Gentilissimi Giuseppe, Francesco e Domenico, vi ringrazio per la vostra bella lettera, tanto ricca di proposte e di contenuti da meritare una risposta circostanziata, approfittando dell'ospitalità de Il Quotidiano, che ringrazio. Vorrei dirvi, innanzitutto, che sono completamente d'accordo con voi sulla centralità del ruolo dell'innovazione nella progettazione del futuro della Calabria e del Paese. Considero l'innovazione tecnologica, digitale e sociale come il cuore delle politiche regionali dei prossimi anni. Pur non essendo - come, invece, immagino siate voi in virtù della vostra dichiarata giovane età - un "nativo digitale", utilizzo anch'io le tecnologie digitali nel mio lavoro e nella quotidianità e ne comprendo appieno l'importanza e la rilevanza.
L'innovazione è cruciale per lo sviluppo economico, la crescita sociale e civile, la qualità della vita. So che la Calabria, anche su questo terreno, è purtroppo in grave ritardo. Ma so anche che alla Calabria serve una rivoluzione dell'innovazione. Su tutti i fronti: nei servizi, nelle infrastrutture, nel governo del territorio, nella sanità, nella scuola, nelle imprese, nel lavoro. Questo è quello che dobbiamo fare per riprenderci il futuro. So che non sarà facile e so anche che, ad ogni passo in questa direzione, ci sarà chi dirà «in Calabria non si può», «non ci riesci», «tanto è inutile, non provarci nemmeno». Ma io non mi sono candidato alla Presidenza della Regione per adeguarmi a questa mentalità: l'ho fatto per sfidarla. La posta in gioco è troppo alta e non possiamo accontentarci di niente che non sia un cambiamento autentico e profondo. Credo che sia possibile facendo leva sulle enormi potenzialità che proprio migliaia di giovani come voi possiedono e possono mettere al servizio per un nuovo orizzonte di progresso.
In questi anni, in cui la grande crisi ha investito la nostra realtà, la Calabria si è sentita e si è trovata in ginocchio, più e peggio di altre regioni d'Italia. Immerse in una crisi che divora speranze e fiducia e consuma imprese e posti di lavoro, la società e l'economia calabrese, negli ultimi anni, sono state lasciate sole. Dobbiamo prioritariamente aiutare le imprese, i lavoratori, le famiglie a fronteggiare la difficile situazione in cui si trovano. Ma la Calabria deve porsi anche obiettivi europei. Investire sull'istruzione e sulla formazione dei nostri giovani. Realizzare vere politiche attive del lavoro. Rendere competitivo il sistema produttivo. In questo senso, l'investimento sull'innovazione è decisivo perché, in qualche misura, riguarda e integra tutte le politiche pubbliche settoriali. Solo con l'innovazione il nostro sistema economico può crescere, si può difendere il lavoro, si può creare nuova occupazione, si possono migliorare i servizi e la qualità della nostra vita.
Durante la campagna elettorale ho presentato ai cittadini un programma di governo in cui il tema dell'innovazione attraversa tutti i temi che considero fondamentali per le politiche regionali dei prossimi anni. All'innovazione tecnologica, in particolare, è dedicato uno dei capitoli centrali del programma. Il nostro progetto di Calabria Digitale tratta tutti i temi e le proposte che voi contemplate nella vostra lettera: alfabetizzazione, open data, servizi digitali della pubblica amministrazione, scuola, sanità, trasporti. La Calabria ha bisogno di spingere l'acceleratore sul digitale, per recuperare il gap che in questi anni è venutosi a formare. Da questo punto di vista, posso dire che, se il programma nazionale di infrastrutturazione in fibra ottica a banda larga e ultralarga in tutti comuni calabresi procede come preventivato (e farò di tutto perché ciò avvenga), entro il 2016 la Calabria potrebbe essere tra le regioni italiane con il sistema di connettività a più alta capacità e diffusione territoriale. La prospettiva è di enorme portata, in grado di cambiare radicalmente la società e produrre straordinari scenari di evoluzione anche sul fronte dell'economia. Noi vogliamo cogliere questa opportunità, mettendo in campo politiche perché la Calabria si ponga sul palcoscenico nazionale ed europeo come una regione di eccellenza nel digitale. Le infrastrutture digitali sono un bene comune, che ogni articolazione amministrativa, ogni ente e ogni ufficio pubblico, in modo federato e non centralizzato, avrà il mandato di alimentare, manutenere e garantire. Il digitale è al centro della nostra proposta di governo, basata su precise priorità strategiche: la connettività, la geo-localizzazione, l'interoperabilità e la disponibilità dei dati, la sostenibilità economica dei servizi, l'impiego di applicazioni per l'e-government, la democrazia digitale, l'e-learning, l'inclusione digitale, l'e-culture e la sanità digitale.
In questo quadro, considero una priorità assoluta l'alfabetizzazione digitale di tutti i calabresi, di quelli che non conoscono internet come di quelli che non hanno mai sfiorato lo schermo di un tablet o di uno smartphone. Così come, nel quadro della riforma e della riorganizzazione della sanità, considero essenziale lo sviluppo del digitale in questo settore, per l'accesso on-line ai dati sanitari, la telemedicina, la teleassistenza e il telesoccorso, la prenotazione e il pagamento del ticket, la personalizzazione dei percorsi di cura, il fascicolo sanitario elettronico, la riduzione liste d'attesa e della spesa sanitaria, l'accesso alla documentazione sanitaria, ecc. Allo stesso modo, penso che siano temi fondamentali sia lo sviluppo dei servizi territoriali digitali (carta regionale dei servizi, identità digitale federata, pagamenti elettronici della pubblica amministrazione, cartografia digitale pubblica, ecc.), sia gli incentivi alla realizzazione di servizi e applicazioni da parte di imprese, associazioni e singoli cittadini grazie all'utilizzo degli open data sia, infine, in linea con gli obiettivi di riorganizzazione del settore, la piena applicazione del digitale al trasporto pubblico sul versante della bigliettazione elettronica, dell'infomobilità e dell'ottimizzazione gestionale.
Il tema della scuola mi sta particolarmente a cuore ed è centrale nel nostro programma di governo della Regione. Credo sinceramente che la cosa che conta di più per il nostro futuro è istruire e formare nel modo migliore tutte le ragazze e i ragazzi. C'è un rapporto formidabile tra saperi e crescita economica e sociale. Coniugare qualità con equità nell'istruzione è il miglior investimento che possiamo fare. In questo senso, la sfida dell'innovazione del nostro sistema scolastico è davvero la sfida del domani. Penso anch'io che non ci si debba limitare a diffondere i materiali didattici digitali e rafforzare le dotazioni tecnologiche (pc, lavagne digitali, tablet o altro), che pure sono cose fondamentali in Calabria. Dobbiamo mettere in campo iniziative e progetti affinché la scuola, nel suo complesso, evolva verso il digitale e compia un salto di qualità nei modelli di insegnamento e apprendimento, nell'organizzazione, nella qualità dell'offerta formativa.
Ritengo parimenti decisivo per il futuro della nostra economia creare e diffondere veri e propri ecosistemi dell'innovazione. Dobbiamo fare leva sia sulla capacità di ricerca e innovazione del sistema regionale delle università e dei centri di ricerca pubblici sia sull'enorme - e finora ampiamente sottoutilizzato - patrimonio di giovani scolarizzati. Dobbiamo potenziare le infrastrutture, riorganizzare la governance della ricerca e dell'innovazione, migliorare il trasferimento delle conoscenze e sostenere l'innovazione nelle imprese, rafforzare il digitale nelle imprese e nei sistemi produttivi anche per migliorarne i contesti di operatività, rafforzarne le capacità competitive e l'apertura all'internazionalizzazione. In particolare, per regioni come la nostra, ad economia debole ma con una buona presenza di infrastrutture di ricerca e innovazione e giovani ad alta scolarizzazione, investire sulle start-up è una strada obbligata, potenzialmente di grande impatto. Coltivo il sogno che la Calabria diventi una regione di eccellenza nella nascita e nello sviluppo di start-up. Per questo, ho intenzione di promuovere, credo per la prima volta a livello regionale, una specifica iniziativa legislativa sulle start-up ed avviare uno specifico programma modellato sulle migliori esperienze nazionali e internazionali. Questa strategia sarà basata sulla diffusione di una cultura imprenditoriale innovativa, sulla creazione di nuove imprese a elevato contenuto di conoscenza, di tecnologia e d'innovazione, sull'identificazione di moduli di collaborazioneispirati allo strumento del cofinanziamento, sull'identificazione di luoghi per la nuova imprenditorialità e infrastrutture per la gemmazione dell'innovazione (incubatori, poli di innovazione, spazi per start-up, spazi pubblici per il co-working).Infine, penso che un sistema di innovazione efficace debba fondarsi sulla qualità e sulla capacità di interagire tra il sistema imprenditoriale, il sistema della conoscenza e il sistema istituzionale.Considero cruciale, a questo scopo, la rivoluzione digitale e la diffusione della cultura dell'innovazione nel contesto regionale, a partire dall'amministrazione pubblica e, in particolare, dalla Regione. Occorre una nuova governance dell'innovazione, che sia partecipata ed efficace e sia basata sulla trasparenza. Nell'era digitale la trasparenza deve essere totale: ogni dato sull'attività della pubblica amministrazione deve essere a portata di clic. Sotto il profilo operativo, il principio da adottare è quello del "digital by default",ovvero: il digitale è uno standard istituzionale ed economico. Per questo dobbiamo passare rapidamente dalle transazioni in analogico a quelle in digitale, rendendo completamente informatizzata la Regione ed eliminando il cartaceo nella gestione amministrativa e nei rapporti con il cittadino e le imprese. È questa la strada per rendere effettivi i diritti di cittadinanza dell'era digitale, onorando gli obblighi di trasparenza, semplificazione, celerità ed efficienza dell'amministrazione pubblica in generale e della Regione in primis, attraverso la disponibilità di servizi digitali avanzati per i Comuni, i cittadini e le imprese.