Il tasso di successo degli attori territoriali calabresi ai bandi comunitari diretti, ossia quelli afferenti programmi di finanziamento settoriali gestititi direttamente dalla Commissione Europea, rappresenta in media meno dell'1% del dato nazionale. Nel solo 2014 – rileva la ricerca – gli enti calabresi hanno vinto una quota pari allo 0,85% di tutti i progetti italiani che hanno ottenuto un finanziamento. "È un dato che non può non accendere una spia d'allarme, anche alla luce del fatto che l'Italia figura ai primi posti in Europa per numero di enti e imprese che beneficiano dei fondi diretti dell'UE", spiega Francesco Foglia, autore della ricerca assieme a Francesco Molica e Domenico Rositano. Solo nei progetti con importo inferiore ai 15 mila euro si sono registrate performance più elevate. Ne sono esempio i dati relativo al programma Erasmus Plus che mostrano una partecipazione delle associazioni calabresi nel 2014 ad oltre 300 progetti (3% rispetto al totale nazionale).
Di fianco ad un calcolo generale dell'incidenza percentuale dei progetti calabresi rispetto al totale nazionale, il paper di Calabresi Creativi analizza più in dettaglio i dati relativi ai progetti europei presentati sotto tre programmi europei (Horizon 2020, Life+ ed Erasmus+) relativamente all'anno 2014. "La conclusione alla quale siamo pervenuti – dice Foglia – è che enti e imprese calabresi devono cambiare passo: è auspicabile che seguano alcune buone prassi, tra cui la partecipazione alle giornate di informazione tematiche che offrono opportunità preziose di apprendimento e di networking e concentrino know-how e risorse sulla scrittura di progetti innovativi. È inoltre importante che l'amministrazione regionale, anche se non ha dirette competenze sui fondi dirette e forte dei risultati positivi conseguiti sulla spesa dei fondi strutturali, si attivi per sostenere il territorio, in primo luogo promuovendo azioni di informazione e coordinamento".
Secondo la ricerca, inoltre, in Calabria i finanziamenti diretti dell'UE sono ancora vittima di forti equivoci circa il loro funzionamento e utilizzo: si tende troppo spesso a dimenticare che l'accesso ai fondi tematici europei è, anzitutto, tutt'altro che elementare, perché governato da procedure di partecipazione piuttosto complesse, meccanismi di selezione stringenti e criteri di merito elevati. "L'altro punto che viene spesso minimizzato è che l'autentico valore intrinseco dei fondi diretti non è legato alle risorse cui danno accesso, bensì agli importanti benefici immateriali che derivano dalla partecipazione ai relativi bandi, come ad esempio l'opportunità di valorizzare su scala europea buone prassi locali, oppure importare sul territorio modelli di sviluppo che hanno avuto successo altrove, o ancora incoraggiare l'accesso a circuiti europei di eccellenza", aggiunge Francesco Molica.
"Quello che mi piacerebbe mettere in evidenza – conclude Domenico Rositano, Presidente di Calabresi Creativi - sono le buone perfomance delle associazioni e delle ong calabresi che, seppure per importi relativamente piccoli, riescono comunque a vincere molti progetti europei".